PENSIERI APOCRIFI DI LORENZO GHIBERTI

Voi la nomate oggidì Piazza de’ Ciompi, ma ne li mia tempi non eravi piazza, ma solo poche strade, infra lo cafaggio de la città. Quivi era la mia e poche altre case, qualche torre, la Hostaria de’ Pentolini e poco altro ancora… E però li artisti, da Cimabue, insino a oggi sempre e vorsero vivere da queste parti, non lontano da Santa Croce ma troppo propinqui nemmanco, poiché là éranvi le fabbriche de li panni lini e li panni lani, e le tintorerie, e le concierie e lo strepito e ‘l puzzo…
Ma quivi ove dimoro è più tranquillo, e la notte spezialmente durante la vernata nulla si ode e allora la mente può formare le sue fantasie, mi affaccio alla finestra, e vedo la mia grande cupola… Sì, poiché tutti sempre la dicono di messer Pippo, ma anch’io vi concorsi ne lo disegnio, quella cupola è ancor mia un poco, e di lontano veggendola m’ispiro: con una punta di rame disegno fantasie che dipoi ne le mie porte dorate vado creando…
Forse un dì qualcuno rimembrarà lo mio nome per le porte, ma le mie mane feciano molto di più che esse porte: quivi, in questa magione viensero Michelozzo, quando volse che li disegnassi la cornicie per lo altare d’ariento in Santo Giovanni, e ancora frate Giovanni da Fiesole de li padri dominicani dimandòmmi la cornicie per lo suo tabernacolo de li Linaiuoli, e ancora Bernardo di Settignano e molti altri che sempre chiéggonmi uno disegno per una historia ovvero una cornicie, un consiglio per gettar uno bronzo, uno disegno per una vetrata… Ma già da mezzo secolo e più io volsi legare lo mio nome a quelle dua porte di Santo Giovanni, e quelle porte presanmi tutto el tempo, e però quando alcuno vuol che li facci alcuna cosa, io solo posso tirar lo disegnio e dipoi lasciar lo mio lavorìo a qualcheduno de li mia collaboratori ne la bottega dirimpetto a lo Spedale, poiché molti e valenti furno li lavoratori mia e niuno mai ebbe a lamentarsi meco: tutti sanno che io volentieri mostro quello che Iddio misericordioso volse darmi al nascere: Luca, Donato, Benozzo, Pagolo, Bernardo, Michelozzo… Tutti loro furno mia garzoni e son oggidì artisti di rinomanza. Poiché non solo le mia mane feciano, ma anco lo mio ingenio non trova requie, nemmanco la notte, sempre creando, acciocché di beltà e fama s’accresca lo nome di Firenze, e di gloria s’innalzi lo Sacro Nome di Iesu.
Amen
Nencio di Bartoluccio Ghiberti ANNO DOMINI MCCCCLII
GHIBERTI-AUTORITRATTO-1450-M ghiberto
PENSIERI APOCRIFI DI LORENZO GHIBERTIultima modifica: 2021-11-08T01:06:41+01:00da raffaello115
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