UNA TORRE CAMPANARIA SENZA PARI

Universalmente conosciuto come “Campanile di Giotto”, in realtà sarebbe più corretto chiamarlo “Campanile di Giotto, di Andrea Pisano e di Francesco di Simone Talenti”. Infatti, i tre architetti che si avvicendarono alla costruzione di questo capolavoro vi hanno contribuito in egual misura.
Ma come è nato quest’incredibile capolavoro di architettura medievale?
Tutto inizia nel 1331: si sta ancora edificando la nuova Cattedrale di Santa Maria del Fiore, ma la vecchia Santa Reparata, oramai all’interno del nuovo perimetro è ancora in funzione. Forse proprio a causa delle vibrazioni dei lavori, crolla uno dei due campanili della vecchia chiesa. Si sarebbe potuto continuare a edificare la chiesa e utilizzare l’altro campanile rimasto, e invece no: nel 1334 Giotto viene nominato Capomastro dell’Opera del Duomo e viene incaricato di costruire il nuovo campanile. Giotto fornisce il disegno (foto 2) e da inizio ai lavori. La fretta di edificare questo nuovo campanile aveva delle ragioni

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Come si vede nella foto 1, la città di Firenze fino alla fine del 1100 era circondata dalla quarta cerchia di mura, molto più ristretta, che a nord delimitava la città proprio all’inizio dell’attuale Via Martelli. In questo modo da fuori delle mura, la città era immediatamente riconoscibile grazie all’inconfondibile sagoma della cupola del Battistero, poi però era stata costruita una nuova cerchia muraria, la quinta, che spostava il limite un po’ più a nord, presso l’attuale Via de Pucci, ma con la sesta cerchia, terminata nel 1333 questo confine risultava spostato di un miglio più a nord e da lì (dov’è oggi la Piazza della Libertà), il Battistero, simbolo dell’orgoglio fiorentino non era più visibile. Ecco dunque la necessità di edificare un monumento alto, altissimo, che rendesse riconoscibile la città già da lontano, un po’ come oggi riconosciamo Parigi da lontanissimo grazie alla Torre Eiffel.
Giotto condusse i lavori fino alla sua morte, avvenuta nel 1337, dopodiché gli succedette il suo vice, Andrea Pisano, che, al fine di poter edificare una torre più alta si vide costretto a raddoppiare lo spessore dei muri. Lo stesso Andrea Pisano, coadiuvato dai figli Nino e Tommaso e da un atelier di tutto rispetto dette inizio anche alla decorazione marmorea delle statue e dei bassorilievi che ornano i primi due livelli della torre.

campanil
Allontanato poi Andrea Pisano dopo il 1443 (ciò fu dovuto quasi sicuramente al fatto che Andrea fosse troppo compromesso con il Duca di Atene che era stato cacciato) i lavori passarono a Francesco di Simone Talenti che mantenne lo spessore delle mura di Andrea Pisano, ideò un coronamento più moderno, disegnò dei finestroni molto più ampi e disegnò il magnifico rivestimento in marmi bianchi, rosa e verdi che ancora oggi ammiriamo (foto 3).
Fu soprattutto questo rivestimento marmoreo che fece sì che il costo dei lavori lievitasse esponenzialmente. Dai documenti risulta infatti che la spesa per il solo marmo fu di quasi 700 fiorini al metro (all’epoca un buon artigiano non arrivava a guadagnare 20 fiorini all’anno!) una cifra da capogiro che poche città al mondo potevano permettersi, ma quello strato di decorazione marmorea, fine e delicato come un merletto di pizzo, è quel che rende ancor oggi unico al mondo quest’incomparabile torre campanaria.
A questo punto il Campanile non era più un semplice strumento atto per chiamare a raccolta i fedeli, bensì un autentico punto di riferimento della città, un qualcosa di cui tutta la città andava orgogliosa. Era una città intera che si stringeva attorno al suo campanile.
Si dice che quando l’imperatore Carlo V entrò a Firenze nel 1530 per instaurare nuovamente il potere mediceo nella persona del Duca Alessandro, nel vedere il campanile esclamò meravigliato: “Ma questo campanile è troppo bello! Non dovrebbe essere visibile tutti i giorni: dovrebbe essere tenuto nascosto per essere scoperto solamente in giorni di festività speciali.”
Ci sarebbe poi da parlare delle sculture che decorano il Campanile, ma allora dovremmo parlare della statuaria di Andrea Pisano, di quella di Donatello, di Luca Della Robbia… e il discorso ci porterebbe lontano, molto lontano..

UNA TORRE CAMPANARIA SENZA PARIultima modifica: 2020-04-23T01:27:55+02:00da raffaello115
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