FIRENZE, UNA FAVOLA DIFFICILMENTE RIPETIBILE

Se fosse possibile attribuire a una città la denominazione di Capitale Mondiale della Cultura, nessuna città al mondo, forse, avrebbe titoli maggiori di Roma per fregiarsene.
Sin dall’antichità Roma si adornò delle spoglie provenienti dai bottini di guerra dei popoli a lei sottomessi facendo propria anche l’eredità culturale di quegli stessi popoli, in particolare della civiltà greca, ma anche di quella etrusca, egizia, punica, fino ad appropriarsi dell’eredità di tutto l’impero. Ma anche dopo la caduta dell’impero Roma è rimasta comunque un formidabile centro di attrazione culturale grazie anche all’autorità derivatagli dal fatto di essere la sede della religione più diffusa nel mondo.
Tra le tante città importanti, solo Parigi può in qualche modo avvicinarsi a Roma: sin dal medioevo infatti Parigi è stata quasi un’enorme calamita culturale capace di attirare su di se’ quasi tutte le forze intellettuali della Francia per poi diventare nel XIX secolo la vera città leader culturale di tutta Europa.
Ci sono poi altre due città che per un certo periodo hanno esercitato una grande influenza culturale protrattasi poi nel tempo, anche quando queste due città hanno conosciuto il loro periodo di decadenza: mi riferisco ad Atene e a Firenze. Anche loro sono state città leader nel campo della cultura, ma il loro caso è leggermente diverso. A differenza di Parigi e di Roma, sia Atene che Firenze hanno generato sul proprio suolo, spesso tra le proprie mura, o comunque in un territorio poco esteso, la maggior parte di quegli artefici che le hanno rese celebri. La Firenze di Giotto, di Dante, di Brunelleschi, di Donatello e dei Medici controllava un territorio corrispondente più o meno alla metà dell’attuale Toscana, anzi, paradossalmente si può dire che il predominio culturale di Firenze abbia iniziato ad affievolirsi proprio a partire dal 1550, quando cioè, sconfitta l’odiata Siena, Firenze arrivò a controllare quasi tutta l’attuale Toscana. Ma nel giro di poco più di due secoli, i fiorentini nati all’ombra della Cupola e quelli del contado arricchirono l’umanità con un numero impressionante di pittori, orafi, poeti, ingegneri, musicisti, filosofi, architetti, pensatori e artefici di ogni genere, un contributo paragonabile a quello dato da Atene con Platone, Fidia, Socrate, Apelle, Parrasio, Skopas, Policleto etc… Fu proprio a partire dalla metà del ‘500 che gli artisti stranieri avevano già cessato di vedere in Firenze il faro della civiltà, anzi, da quel momento in poi furono i fiorentini che iniziarono a recarsi altrove per rimanere aggiornati su quanto si produceva fuori dalla Toscana.
Nel periodo comunale anche Firenze, come già in precedenza Pisa e Siena, si era autoproclamata erede di Roma, scegliendo come modello la Roma Repubblicana. Poi, con la svolta assolutista di Cosimo il Vecchio il parallelo tra Firenze e la Roma repubblicana non funzionava più, e fu così che sotto Lorenzo il Magnifico nacque l’equiparazione di Firenze con Atene, l’Atene di Pericle naturalmente.
Madrid, Bruges, Venezia, Costantinopoli, Vienna… Non è ovviamente mia intenzione sminuire il peso e il contributo culturale dato all’umanità da queste grandi e nobilissime città, ma di certo la fioritura culturale espressa da Firenze negli anni che vanno dal Cimabue fino agl’inizi del XVI secolo, costituiscono un qualcosa di difficilmente ripetibile…

FIRENZE, UNA FAVOLA DIFFICILMENTE RIPETIBILEultima modifica: 2020-04-17T21:14:06+02:00da raffaello115
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