MEZZO SECOLO E TANTI ARTISTI PER DUE PORTE DA SOGNO, ANZI PARADISIACHE…

 

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Chi è l’autore delle due coppie di porte che chiudono l’ingresso nord e quello a est del Battistero fiorentino? La domanda è talmente facile che chiunque saprà rispondere: Lorenzo Ghiberti. Anzi, si potrebbe dire che quelle non sono due capolavori del Ghiberti: sono IL Ghiberti stesso. Eppure… Bernardo Ciuffagni, Giuliano di Giovanni da Poggibonsi, Michele di Niccolò Dini (colui che in seguito sarà meglio noto come “Michele da Firenze”), Michelozzo, Bernardo Cennini, Donatello, Luca Della Robbia, Bernardo Rossellino, Paolo Uccello, Antonio del Pollaiolo, Maso Finiguerra… Sono soltanto i più noti tra gli artisti che presero parte a quell’affascinante avventura che fu l’esecuzione delle due porte di bronzo dorato del Battistero di Firenze. A loro andrebbero poi aggiunti i figli di Ghiberti, cioè Vittorio e Tommaso…
Sì, perché l’esecuzione della prima porta comportò 22 anni di lavoro, un lavoro talmente straordinario che non solo fruttò a Ghiberti il posto di Capomastro dell’Opera del Duomo accanto a Brunelleschi, ma gli fece acquisire di diritto anche l’incarico per l’altra porta, quella più famosa, quella comunemente detta “del Paradiso”, per la quale Ghiberti spese altri 26 anni di vita. Ciò significa che Ghiberti trascorse 48 anni della sua esistenza lavorando a due coppie di porte. Certo, nel frattempo eseguì anche altri lavori, alcuni importanti, altri minori, altre fusioni, numerose consulenze, lavori in terracotta, reliquiari, vetrate… ma quelle due porte che gli hanno dato la gloria possono essere considerate la “summa” del suo lavoro di artista.
Sappiamo che nella sua bottega lavoravano, tra garzoni, alunni, figli e collaboratori non meno di venti persone: una vera e propria impresa. Certo, è difficile individuare la mano degli altri collaboratori. Di Michelozzo per esempio si può presumere che abbia utilizzato la sua abilità nella fusione. Michelozzo era infatti ancora abbastanza giovane, ma aveva già lavorato alla Zecca ed era quindi pratico in quella difficile arte. La mano di Donatello è un po’ più difficile da scovare. Il Vasari ci assicura che Pollaiolo fece alcuni dei volatili che adornano la cornice dell’ultima porta.

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Ci sarebbe poi un altro collaboratore che ho volutamente lasciato per ultimo: Benozzo Gozzoli. Tra i tanti non è certo lui il più famoso. Tuttavia Benozzo non entrò a bottega come garzone: il contratto da lui firmato era quello che prevedeva il salario più alto tra quelli pagati dal Ghiberti, segno evidente che la sua collaborazione deve essere andata al di là di un semplice aiuto, ma deve aver anche contribuito alla fase progettuale delle ultime formelle. Molti studiosi hanno individuato nell’impianto compositivo dell’ultima scena, quella dell’incontro tra Salomone e la Regina di Saba proprio la mano di Benozzo.
Di sicuro può suonare strano che Ghiberti abbia avuto bisogno di così tanti e così qualificati collaboratori per portare a termine questo lavoro durato complessivamente 48 anni, ma… proviamo semplicemente ad analizzare uno dei pannelli della porta del Paradiso, quello dove il re Saul fa il suo ingresso trionfale mentre un Davide giovanetto taglia la testa a Golia e sullo sfondo si vedono persone che danzano nel vedere esibita la testa del nemico. Fate attenzione a quanti guerrieri ci sono in quella scena: guardate le loro armature: non ce ne sono due uguali, sono tutte diverse l’una dall’altra, tutte una più bella dell’altra. Ghiberti era un vero designer nel senso più moderno della parola. Oppure guardate la scena in alto con la creazione dei progenitori: guardate i diversi uccelli sugli alberi, i diversi tipi di piante raffigurate per terra… E’ logico che con una tal dovizia di particolari ci volesse tempo.
Del resto bisogna rendere merito all’Opera del Duomo che dette al Ghiberti carta bianca e che non ponesse limiti di spesa ne’ di tempo. E Ghiberti seppe approfittare magnificamente di questa generosità.
Al di là di quell’eleganza ancora gotica che circola tra i panneggi e negli “anchement”, quelle porte costituiscono un’autentica enciclopedia del Rinascimento con quell’alternarsi di altorilievi, bassorilievi, stiacciati, ritratti, prospettive, figure, decorazioni, citazioni dall’antico…un lavoro immenso nel quale Lorenzo Ghiberti si comportò come un geniale direttore d’orchestra che dirigeva un folto gruppo di giovani strumentisti. La sinfonia che ne risultò è paragonabile alla Quinta di Beethoven o a “la Grande” di Schubert”.
Buon Ghiberti a tutti voi!ghiberti-Porta-del-Paradiso-formella-con-storie-Esaù-e-Giacobbe-d ghiberti_lorenzo_509_solomon_and_sheba

MEZZO SECOLO E TANTI ARTISTI PER DUE PORTE DA SOGNO, ANZI PARADISIACHE…ultima modifica: 2020-03-19T00:36:44+01:00da raffaello115
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