L’ANNUNCIAZIONE DI DONATELLO IN SANTA CROCE

 

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Pochi artisti al mondo hanno avuto una carica innovativa paragonabile a quella di Donatello. Una carica che, lungo tutta la sua estesa traiettoria artistica e umana, non conobbe praticamente soste.
Prendiamo ad esempio l’Annunciazione in pietra serena che scolpì verso il 1435 per la Cappella Cavalcanti in Santa Croce.
Se osserviamo la postura della Vergine ci accorgiamo che la giovane donna ha una postura arcuata, una postura che gli studiosi definiscono, con un termine francese, “hanchement”. Si tratta di una postura abbastanza innaturale: nessuno di noi, quando si trova in posizione stante, sta in quella maniera. Posizioni ad “Hanchement” sono molto frequenti nell’arte gotica e tendono ad accentuarsi ulteriormente durante il periodo del gotico-internazionale. Gli artisti di questo periodo ne fanno quasi una cifra stilistica, un marchio di riconoscimento della propria arte. Ancorché innaturale, quella posa era sovente utilizzata per rendere più elegante la composizione, era una posa che si attagliava perfettamente allo stile elegante e grafico degli artisti gotico-internazionale ancora operanti al tempo di Donatello.
Da ciò dovremmo dedurre che in quest’Annunciazione Donatello rinuncia alle sue ricerche naturalistiche basate sullo studio dell’arte classica per introdurre nelle sue composizioni stilemi arcaizzanti.
Niente di più falso.
L’Annunciazione è probabilmente il più frequente tra i soggetti dell’arte fiorentina: niente di strano in una città che faceva cadere l’inizio del suo calendario proprio il 25 Marzo, giorno dell’Annunciazione. Gli artisti fiorentini si sono così sbizzarriti nel raffigurare questo tema sacro in ogni suo momento. Nella maggior parte dei casi scegliendo proprio il momento esatto in cui l’Angelo inviato da Dio pronuncia le fatidiche parole “Ave gratia plena dominus tecum”, con la giovane donna che spesso risponde “Ecce ancilla domini”. Molto spesso queste parole le troviamo inserite nella composizione, quasi si trattasse di un fumetto.
Ma il “déjà vu” non era un qualcosa a cui Donatello fosse interessato. Ecco dunque come l’artista nel trattare questo argomento sceglie un momento diverso: L’angelo ha appena fatto il suo annuncio: è ancora inginocchiato e sembra quasi che stia per appoggiare il mento sulla sua mano destra, quasi in attesa di una risposta che pare tardare ad arrivare. Maria non ha ancora dato la sua risposta: pur mantenendo una calma che oserei definire “classica”, è come turbata da quell’annuncio, come se ancora non si fosse ripresa dallo choc di essere stata scelta come Madre del Salvatore e allora, ecco la genialità dell’artista: Donatello le fa compiere quasi un balzo all’indietro e nell’esprimere il suo stupore, uno stupore che pare voler dire “come? Proprio io? Sono proprio io la prescelta per questo compito così impegnativo?” ecco che porta indietro il busto, rimanendo però salda sulle gambe. E questo movimento, questa leggera torsione che la porta ad arcuare la sua figura viene come potenziata dal panneggio della sua veste che rimane in parte sullo sgabello.

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Quello di Donatello non va dunque letto come un vero e proprio “hanchement” in senso gotico-internazionale: non c’è niente di grafico n quell’arcuarsi della figura, non c’è nessuna ricerca di leziosaa eleganza, o se proprio lo vogliamo leggere come un “hanchement” si tratta di un hanchement funzionale alla scena che Maria sta recitando, il chè è ben diverso dal sinuoso ancheggiare delle figure gotiche.

Le fisionomie dei due personaggi sono tratte da modelli idealizzati dell’antichità (Donatello era appena rientrato da un secondo lungo soggiorno romano effettuato assieme all’amico-collega Michelozzo). Pur delicato nelle espressioni, Donatello non cade nel sentimentalismo: sia l’angelo che la Madonna hanno un’espressione dolce, ma dolcemente umana. I due personaggi recitano la loro parte. Già, siamo negli anni ’30 del XV secolo: è il periodo in cui vivono e operano a Firenze personaggi del calibro di Carlo Marsuppini, Leonardo Bruni, Leonardo Dati, Poggio Bracciolini, Donato Acciaiuoli e tanti altri intellettuali che stavano riscoprendo il mondo greco-romano delle lettere, della poesia, della filosofia e del teatro. Ecco dunque come i personaggi creati da Donatello (così come quelli di Masaccio) recitano come a teatro.

L’ANNUNCIAZIONE DI DONATELLO IN SANTA CROCEultima modifica: 2020-02-19T23:53:20+01:00da raffaello115
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